La vita di San Giovanni Eremita
Giovanni Eremita nacque a Tufara(CB), piccolo centro del Molise, nel 1084 da Maynardo e Maria. I principi ispiratori della sua vita furono: lo spirito di carità, e il desiderio di servire il Signore nella più completa solitudine, per cui lo si trova sempre alla ricerca di un luogo appartato, di un angolo solitario dove poter pregare e contemplare Dio. Il primo evento importante della sua vita, dopo che si era dedicato con grandissimo zelo alle opere di misericordia e alle cure della chiesetta del suo paese, come sagrestano, fu il suo viaggio a Parigi effettuato per "Brama di sapere". Ma questo luogo, pur essendo un centro di cultura filosofico, per Giovanni rappresentò un centro di vizi e di cupidigia e dopo un breve periodo di studi lo abbandonò e ritornò in Italia. Si fermò sui picchi più aspri del Gargano, ma insoddisfatto di questi luoghi tornò a Tufara dove visse per un certo periodo con il fratello Benedetto. La sua inquietudine e la continua ricerca della piena contemplazione lo portarono presto ad abbandonare definitivamente il suo paesello. Si recò, e fu accolto molto bene, nel monastero di Sant'Onofrio nel territorio di San Giorgio la Molara, dove visse per tre anni e resse la chiesa di San Silvestro. Tale monastero (San Silvestro) si trovava nel castello di San Severo e corrispondeva all'attuale paese di San Marco dei Cavoti. Non pago di questo stile di vita, si fece indicare dai cacciatori del bosco, un luogo ancora più appartato e roccioso, e qui (loc. Ripa di Troia, nel territorio di Baselice, con l'aiuto dei suoi collaboratori, costruì una celletta nella quale rimase per 46 anni fino al 1153. Ma la fama delle sue virtù si estese in gran parte del territorio circostante e molta gente accorreva da lui così che fu costretto a dare il consenso per la costruzione di un oratorio. Un certo Milite di Troia, di nome Milone, in quel luogo fece costruire a proprie spese una chiesa in onore della Madre di Dio. Intanto il feudo di San Severo passò dalla contea di Ariano a quella di Buonalbergo, l'eremita chiese all'allora conte Roberto il possesso dei terreni, ma questi glieli negò. Allora il conte Odoaldo, signore di Foiano di Val Fortore, gli donò la chiesa e la casa di San Firmiano nella parte nord ovest del paese. Ma anche qui la sua permanenza durò poco; sia per la moltitudine di persone che affluiva per onorarlo, sia per la mancanza di acqua. Si mise di nuovo alla ricerca di un posto appartato e lo trovò nella parte più alta e più ricca di acqua e di verde: l'altopiano Mazzocca, sempre in territorio di Foiano di Val Fortore, dove nel 1156 iniziò a fondare la celebre Abbazia conosciuta come Abbazia di Santa Maria del Gualdo Mazzocca. Il 14 novembre 1170, all'età di ottantasei anni, Giovanni da Tufara, colpito da forte febbre e spossato nel fisico, morì. I frati seppellirono il corpo del beato fondatore in una località sconosciuta del bosco, in luogo appartato e nascosto, timorosi che fosse trafugato.
Localmente si sviluppò un culto spontaneo subito dopo la morte dell'Eremita. Allora papa Onorio III, con bolla del 3 giugno 1218, chiese ai vescovi di Dragonara e di Lucera di fare accurate ricerche sulla vita e i miracoli dell'Eremita. Nel 1221, l'arcivescovo di Benevento, Ruggiero, mandò i vescovi di Volturara, di Dragonara e di Montecorvino nel gualdo Mazzocca, per collocare le ossa dell'eremita nell'altare da consacrare a Foiano di Val Fortore . I tre vescovi diedero agli abitanti di Tufara il braccio destro del beato Giovanni Eremita, che la sera del 28 agosto fu portato in solenne processione. Poi trattennero delle reliquie per l'ornamento delle loro rispettive chiese; il resto del corpo venne chiuso in una cassa e collocato nell'altare della Chiesa di Foiano di Val Fortore. In seguito le ossa furono portate nella chiesa di San Bartolomeo in Galdo per chiedere al Santo la guarigione e la salvezza del paese dal morbo della peste e da allora rimasero nella Chiesa di San Bartolomeo.
Il Beato Giovanni da Tufara è commemorato nel Martirologio Romano il 14 novembre: "Nel cenobio di Santa Maria di Gualdo Mazzocca vicino a Campobasso, beato Giovanni da Tufara, eremita".
Il 30 ottobre 2013 la Congregazione delle Cause dei Santi ha comunicato ufficialmente all'arcidiocesi di Benevento che l'eremita Giovanni da Tufara deve essere invocato col titolo di Santo, in quanto la canonizzazione è avvenuta, secondo la procedura all'epoca vigente, col rito della elevatio et translatio corporis officiato, il 28 agosto 1221, dai vescovi di Volturara, di Dragonara e di Montecorvino, su delega dell'Arcivescovo di Benevento, Ruggiero.